Direkt zum Inhalt | Direkt zur Navigation

Benutzerspezifische Werkzeuge

Sektionen

Sie sind hier: Startseite / Bibliography / Pagliara 1986 / 69

69

di ricerche sull'antica Roma elaborato da Raffaello e dai suoi amici, verosimilmente noto al Tolomei [FN 10].

Fine primario dell'impresa è risvegliare lo studio dell'architettura per tentare di ricreare qualche "sembianza di bellezza" di quell'antichità che tuttavia rimane inimitabile [FN 11]. L'obiettivo principale è quindi quello di utilizzare Vitruvio per rinnovare e migliorare la prassi architettonica, ma non tutta l'iniziativa è riducibile ad interessi pratici. Può rispondere solo in parte ad esigenze pratiche, ad esempio, la prevista editzione di un libro illustrato su tutte le machine antiche, non solo vitruviane, ivi comprese quelle belliche da tempo completamente inutili. E sopratutto è alrettanto evidente nel programma un desiderio di documentare e chiarire diversi aspetti della vita dell'antichità "cosa utilissima per la cognizione di se stessa", compiendo uno passo avanti in direzione di una ricerca archeologica in senso moderno [FN 12]. A tal fine è previsto un ampio confronto tra fonti scritte ed ogni genere di fonti iconografiche (statue, rilievi, sarcofagi, medaglie, pitture) utilizzate fin dal xv secolo negli studi antiquari.

Kommentar: Warum sollte sich der Vergleich auf die Objekte beschränken, die bis zum Ende des 15. Jahrhunderts studiert wurden…?

Solo ora però nello studio di queste fonti, raccolte in "corpus", ci si propone con pari impegno di definire datazioni, di analizzare e giudicare maniere e qualità, seguendo un metodo che avrebbe sviluppato le prime intuizioni raffaellesche sulle diverse fasi stilistiche riconoscibili nell'arte antica [FN 13]. 

L'intento pratico rimane comunque prevalente ed assume un carattere apertamente didascalico nella progettata traduzione in toscano, volta a rendere il De architectura accessibile ad "huomini che non hanno molta intelligenza di lingua latina, si come scoltori, dipintori, maestri di legname e architettori volgari", e nei numerosi sussidi che dovevano agevolare la comprensione del testo. Erano previste infatti illustrazioni piú numerose che nell'edizione di fra Giocondo, lessici latini e greci di termini vitruviani, un vocabolario italiano di termini architettonici ed uno illustrato ri-

[S. 70]

 

[10] Vasari, Opere, a cura di Milanesi, VII, p. 681, scrive: "In questo tempo andando io spesso la sera, finita la giornata a veder cenare il detto illustrissimo Cardinal Farnese, dove erano sempre a trattenerlo, con bellissimi et onorati ragionamenti, il Molza, Annibal Caro, Messer Gandolfo, Messer Claudio Tolomei, Messer Romolo Amaseo, Monsignor Giovio ed altri molti letterati e galantuomini de quali è sempre piena la corte di quel signore" (cortese indicazione di A. Nesselrath); e proprio Vasari dovette aver accesso a scritti di Raffaello (cfr. Nesselrath, Il metodo archeologico cit.).

[11] Tolomei, Lettere cit., f. 83r. "la qualcosa (il rilievo di monumenti commentati)… in un certo modo trarrà dal sepolcro la già morta Roma e riduralla in nuova vita, se non come prima bella almeno con qualche sembianza o imagine di bellezza".

[12] Ibid, f. 83r, a proposito di una raccolta di immagini di sarcofagi "e appresso di ciascun pilo vi si faranno similmente due isposizioni: l'una per via d'historia dichiarando che Favola, o historia vi sia scolpita e a che proposito, e quel che significhi la tal figura, o la tale. Ove occorrerà dichiarare molte cose de l'antichità, cosí di sepolture, come di sacrifici e d'altri usi antichi: la qual cosa sarà utilissima, e per la cognizion di se stessa, e per la dichiarazione di molti luoghi de li scrittori Greci e Latini. L'altra sarà per via di scoltura…"

[13] Ibid., f. 83v. (Cfr. Nesselrath, Il metodo archeologico cit.).